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Il toponimo, secondo diverse teorie, deriverebbe o dal gentilizio romano OCTAVIUS o dal nome proprio OCCLIVIUS o, ancora, si riallaccerebbe al personale AUCUS o al gentilizio AUCIUS, entrambi di origini celtiche, con l’aggiunta del suffisso -IPUS. Secondo la tradizione popolare l’abitato esisteva già in epoca romana, quando ospitava, nelle sue carceri, alcuni prigionieri per conto dei romani che dirigevano le cave della Bessa. Le prime notizie certe relative alla sua esistenza risalgono tuttavia all’XI secolo, quando faceva parte dei territori dell’episcopato di Vercelli. Munita di due fortilizi a scopo difensivo nel XII secolo, passò tra le proprietà di diversi signori locali, tra cui i Bondonni, i Dal Pozzo e gli Avogadro. Amministrata successivamente dai Savoia (XIV secolo), venne concessa da Carlo Emanuele I a Aurelio Arborio di Gattinara (1619) e venduta infine a Lodovico Rombelli nel 1722. La bella parrocchiale di Santo Stefano costruita, tra il 1600 e il 1700 e ristrutturata nel secolo successivo conserva, dell’originario edificio, l’abside affrescata con immagini della Madonna e Santo Stefano e parte del campanile; si possono inoltre ammirare internamente due altari, uno del XVII e uno del XIX secolo, fregi in stucco e una tela del Serpentiero raffigurante la Via Crucis. La magnifica Villa Amosso, risalente al XVII secolo e recentemente restaurata, conserva ancora le scuderie, il colonnato e i lussureggianti giardini interni. Numerosi sono inoltre gli oratori edificati tra il XVI e il XVII secolo, tra cui quello di Sant’Elisabetta, con magnifico campanile barocco, e quello della Beata Vergine delle Grazie, con cappella, presbiterio e coro.

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